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L’evoluzione urbanistica di Turi: tra castello, mura e borghi

Aggiornamento: 4 giorni fa

La storia di Turi si legge nelle sue pietre, nelle strade che ne disegnano il tessuto urbano e nelle architetture che, nel corso dei secoli, ne hanno definito l’identità. L’evoluzione urbanistica del paese ruota attorno al Castello di Turi, fulcro originario della vita civile e militare, da cui ha preso forma il primo nucleo abitato.


Costruito prima dell’Anno Mille, probabilmente in epoca bizantina o normanna, il castello nacque come torre di avvistamento circondata da un muro di fortificazione. La sua posizione, su un’altura strategica tra l’attuale Largo Marchesale e Via Massari, permetteva di controllare un vasto territorio che si estendeva fino al mare, rendendolo un punto chiave nel sistema difensivo dell’area.


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Nel corso dei secoli successivi, il primo impianto fortificato fu ampliato dai Normanni di Conversano, a partire da Tommaso da Frassineto, trasformandosi progressivamente in un vero e proprio castello. Attorno ad esso iniziarono a sorgere abitazioni e luoghi di culto, dando origine a un insediamento stabile che continuò a svilupparsi sotto il dominio degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi, rimanendo sempre legato alla Contea di Conversano.

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Una svolta significativa si ebbe nel 1545, quando il feudo passò alla famiglia Moles. In questa fase il castello perse gradualmente la sua funzione esclusivamente difensiva per diventare residenza baronale. L’edificio e le mura furono ampliati e adattati al nuovo ruolo, mentre il paese conobbe una fase di crescita urbana ed economica, testimoniata dalla costruzione di conventi, chiese e opifici che arricchirono il tessuto cittadino.


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Nel Seicento, l’area compresa tra il Palazzo baronale e la Collegiata risultava ormai quasi completamente edificata. Questa saturazione rese necessaria l’espansione oltre la “Terra”, la parte più antica del paese, con la nascita di un nuovo borgo esterno. Il quartiere si sviluppò lungo tre principali assi viari: lo Stradone, la via di San Giovanni e la via del Borgo, oggi Via Giuseppe Orlandi, che segnarono una nuova fase dell’assetto urbano di Turi.


Il Settecento rappresentò un periodo di profondo rinnovamento architettonico. Chiese e palazzi nobiliari furono ristrutturati con gusto e attenzione ai dettagli, riflettendo il prestigio delle famiglie dominanti. A metà secolo, con il passaggio del feudo ai Venusio di Matera, il palazzo dei Moles venne trasformato nell’attuale Palazzo Marchesale, edificio che ancora oggi domina il centro storico e costituisce uno dei simboli più rappresentativi del borgo.


Con l’Ottocento, le strutture difensive persero definitivamente la loro funzione. Le porte cittadine furono progressivamente demolite, ad eccezione di Porta Nuova, inglobata nel Palazzo Marchesale; l’ultima a scomparire fu Porta San Giovanni. Anche le mura furono in parte abbattute e in parte integrate nelle nuove abitazioni, ma alcuni tratti sono tuttora visibili, come quelli in Via Dogali, alla base del campanile della Chiesa Madre, a testimonianza dell’antico sistema difensivo.


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Oggi, passeggiando tra Largo Marchesale, Via Orlandi e Via Dogali, è possibile cogliere chiaramente la stratificazione storica di Turi: dal nucleo fortificato normanno alla residenza baronale, dal borgo settecentesco fino al tessuto urbano moderno. Il castello e le mura, pur trasformati dal tempo, continuano a raccontare la storia di una città che ha saputo conservare e integrare il proprio passato nella vita quotidiana.


Fonti: Giovanni Lerede, Pietro A. Logrillo.



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